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LA PREISTORIA DEL WEB. QUANDO INVECE DI FACEBOOK REGNAVA CLARENCE

SITI WEB DIMENTICATI: CLARENCE

La continua evoluzione della Rete svolge una selezione naturale, rimangono attivi solo i siti web che riescono veramente a sfondare e a vincere la sfida dei tempi. Ma gli altri non scompaiono, quasi sempre continuano a restare online, come dei polverosi simulacri del vecchio web. A cui ogni tanto si torna a far visita per vedere che fine hanno fatto, perché magari si ha un po’ di nostalgia del passato. L’elenco dei siti diventati“archeologici” è infinito, negli ultimi anni la mappa dei luoghi virtuali abbandonati è cresciuta in maniera esponenziale. Basta fare qualche ricerca online per andare alla scoperta della preistoria del Web.

Forse non molti conoscono una delle primissime comunità online italiane. Il suo nome èClarence, nato nel lontano 1996 come portale di informazione, dall’idea di Roberto Grassilli e Gianluca Neri. L’eccezionale coppia proveniva dalla redazione dello storico settimanale Cuore, del quale avevano ripreso l’impostazione satirica. Gigi Mazzeschi, uno dei soci di Clarence, ricorda che il vero successo iniziò però verso la fine del nuovo millennio. Il sito riusciva a guadagnarsi sempre più popolarità grazie a una serie di servizi come l’invio di sms gratuiti e il download di loghi, sfondi e suonerie per il cellulare. Grazie anche a questi nuovi servizi nel 2001 il sito riuscì a raggiungere 1,5 milioni di utenti al mese. Per quel tempo era davvero una cifra straordinaria. All’epoca i loghi più all’avanguardia avevano i “mattoni” della Nokia con lo schermo monocromatico e i pixel che si contavano a vista. Suonerie monofoniche ed emoticons sembravano roba davvero rivoluzionaria! Oggi rimangono solamente un lontanissimo ricordo del passato. Come in ogni cittadina che si rispetti anche Clarence City aveva un museo, sebbene virtuale. E siccome sulla rete i musei non chiudono, ho la fortuna di potergli ancora fare visita per osservare alcuni dei reperti più divertenti legati alla storia della comunità. Gigi mi accompagna in questo percorso. C’è la prima pianta topografica di Clarence City, tracciata dai cartografi nell’estate del 1996, dove sono evidenziati i luoghi accessibili ai cittadini virtuali e il centro con i palazzi storici attorno a Piazza Clarence.

Link: Mappa di Clarence City
www.clarence.com/city/strip/museo/reperto2.html
GGigi mi racconta di un altro servizio che ebbe un enorme gradimento da parte del pubblico: il Clarendario. Si trattava del primo concorso di Miss Web. Sul sito venivano pubblicate le foto delle ragazze che chiedevano il giudizio della community. Dopo essere state votate dagli altri utenti, le 12 migliori vincevano ed entravano a far parte del calendario ufficiale di Clarence. Il Clarendario decretò l’apice del successo: nel 2001 il mensile Max realizzò il Clarendario cartaceo con tanto di servizio fatto alle Maldive.

Link: Clarendario
www.clarence.com/calendario
Faccio notare a Gigi che un’idea simile era alla base della primissima versione di Facebook. Ragioniamo sul fatto che se le cose fossero andate diversamente, forse Clarence si sarebbe potuto evolvere proprio in un Social Network come quello di Zuckerberg. Gli chiedo come è fatto a finire tutto. Mi spiega che dopo il boom la new economy ha subito un certo ridimensionamento e così anche Clarence.

Per Gigi Mazzeschi e gli altri fondatori resta comunque la grande soddisfazione di essere stati fra i pionieri del web italiano e di aver contribuito a costruire l’esordio delle community online. Invece di Clarence come era una volta oggi non resta praticamente nulla, se non le spoglie di una città abbandonata. Nonostante questo se facciamo un giro online, riusciamo ancora a percepirne la popolarità di un tempo. Se non altro perché in sua memoria c’è per i nostalgici una pagina fan sul web che oggi conta davvero, quello di Facebook.

Siamo cresciuti tutti guardando Cartoni Animati,calendario anno 2001

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